ISPICA. Il sindaco Piero Rustico dice no all’Imu e agli aumenti che essa comporterà. Dalle parole passa ai fatti, disponendo l’affissione di un manifesto sui muri della città dove esprime tutto il suo disappunto e scrivendo una lettera ai cittadini, informandoli che «non aumenterà di un solo centesimo le percentuali minime stabilite dal Governo», guidato dal presidente del Consiglio, Mario Monti. E abbatte le scure, affermando: «Questa Imu non è dei Comuni». La frase rappresenta l’incipit del manifesto, condividendo la campagna d’informazione e di sensibilizzazione sull’Imu promossa dall’Anci.
«I miei concittadini – spiega il sindaco Rustico – è giusto sappiano che l’Imu non è una tassa comunale, ma è una nuova tassa dello Stato per la quale i sindaci non possono certo sottrarsi dal determinarne l’aliquota. Per quanto mi riguarda – annuncia – ho deciso di non aumentare di un solo centesimo le percentuali minime stabilite dal Governo Monti, essendo quotidianamente testimone e partecipe della gravissima difficoltà economica in cui si dibattono le famiglie e le imprese ispicesi. L’Imu – sottolinea – non è l’Ici: sostituisce la vecchia imposta sugli immobili e vale più del doppio dell’Ici. La nuova imposta è però “municipale” solo nel nome, perché, nonostante gli aumenti all’Ici, non porterà risorse aggiuntive nel bilancio del Comune. I Comuni – evidenzia – tenuto conto dei tagli alle risorse, avranno nel loro bilancio solo il 73% del gettito dell’Ici, nonostante il prelievo immobiliare ammonti ad oltre il doppio (il 133% rispetto all’Ici 2011). Infatti, una buona parte del gettito è riservata allo Stato (oltre il 40% del totale previsto con l’applicazione delle aliquote di base indicate dalla legge) e inoltre i Comuni non possono ricevere più della vecchia Ici attraverso forme di compensazione con i trasferimenti statali. Per il 2012, quindi, i Comuni perdono risorse per un ammontare del 27,2% della vecchia Ici. Oltre tutto, i governi attuale e precedente hanno deciso ulteriori tagli ai bilanci dei Comuni che nel solo 2012 è pari ad una riduzione del 18% delle risorse trasferite. Di fatto, tutti i Comuni italiani, a seguito di questa macchinosa previsione, si trovano ad affrontare una situazione di estrema difficoltà: lo Stato, che già negli anni precedenti ci aveva imposto sacrifici, con quest’ultima manovra sull’Imu, ha reso ancora più precari i bilanci locali e con essi la possibilità di continuare ad erogare servizi essenziali alla cittadinanza. È ora che – conclude il sindaco – il Governo si renda conto che la ripresa economica dell’Italia passa per la vicinanza dei Comuni italiani con i problemi dei cittadini e per la loro capacità di fare investimenti utili per le comunità che amministrano».
Eva Brugaletta