Anche il Sindaco Savarino, in linea con tanti altri suoi colleghi e con la posizione dell’Anci, si oppone all’istituzione dell’Imu. “Un ulteriore salasso – afferma il Sndaco – che trasforma noi Sindaci in meri esattori delle tasse in nome e per conto dello Stato. L’istituzione dell’Imu sulle prime case è inaccettabile come pure l’aliquota per la seconda casa soprattutto se si pensa che le ricadute del gettito fiscale non vanno sicuramente a beneficio del territorio comunale. Una imposta che di comunale non ha proprio niente se non la dicitura. Mi unisco alle richieste dell’Anci per l’attribuzione dell’Imu ai Comuni”. L’incarico di «esattore» non piace dunque al primo cittadino rosolinese che si unisce al coro di proteste di tantissimi altri suoi colleghi attraverso l’Anci. “La nostra non vuole essere una ribellione bensì una presa di coscienza da parte di tutti soprattutto dei cittadini tartassati dal peso fiscale al quale non possono fare più fronte. Ciò significa uno spaventoso aumento esponenziale della povertà al quale noi primi cittadini siamo costretti ad assistere passivamente senza potere intervenire. Se a questo aggiungiamo le regole rigide del Patto Stabilità e i forti e costanti tagli dei trasferimenti sia statali che regionali, si capisce subito che il contesto è gravissimo. Basti pensare che un Comune “virtuoso” come lo è Rosolini grazie ai grossissimi sacrifici affrontati, non ricava nessun beneficio con enorme sofferenza del welfare e dei servizi minimi. Noi siamo stati eletti dai cittadini e come tali abbiamo il dovere di difendere i loro diritti e la loro dignità. Per questo mi unisco al coro di protesta sollevato dall’Anci, Organismo questo proposto a rappresentarci, per dire no all’Imu, per dire che si tratta di una vera e propria patrimoniale e che alla fine avrà una solo risultato: “ cittadini più tassati e Comuni più poveri”. Il Governo centrale non può percorrere solo la strada della tassazione e non può chiederci di diventare esattori. Piuttosto è auspicabile una riduzione della pressione fiscale, a partire proprio dalle prime case. Si percorra la strada dello sviluppo perché possa essere assicurato il lavoro a tutti. Solo così si garantisce la coesione sociale e il benessere di tutti”.
IL RESPONSABILE
Giuseppe Lorefice