Si è tenuta oggi in tutti i consigli provinciali d’Italia la giornata nazionale “No all’Italia senza Province”, organizzata dall’UPI – Unione delle Province d’Italia che ha portato all’approvazione di un documento unico per le 107 provincie italiane che hanno tenuto in contemporanea la riunione.
Il documento, presentato dal Presidente del Consiglio Provinciale Michele Mangiafico, è stato approvato alla unanimità, con l’uscita dall’aula del consigliere Carmelo Spataro che ha protestato per l’ennesima assenza dei deputati nazionali e regionali, con esclusione dell’On Bruno Marziano.
Il documento – illustrato da Mangiafico – contesta il decreto del governo Monti per la soppressione delle Province a cui vengono addebitate costi non rispondenti alla realtà e chiede un pronunciamento della Corte Costituzionale poiché lo stesso decreto non rispetterebbe le procedure previste dalla Carta costituzionale per riforme di questo tipo.
A margine della riunione Michele Mangiafico ha dichiarato che “la riforma delle province è uno specchietto per le allodole nei confronti dei cittadini da parte di sistemi di potere volti a tutelare sempre di più interessi di pochi e dei ricchi . Ho apprezzato molto la proposta di legge presentata dall’On Marziano che contiene sia l’idea di salvaguardia della libertà di scelta del cittadino e contemporaneamente ottenendo, di fatto, dei risparmi reali e non fittizi con la confluenza dentro le province di tutti gli enti di secondo livello sciaguratamente creati dalle nostre classi dirigenti nazionali e regionali in questi anni: Mi sorprende che sulle posizioni di Marziano non si esprimano altri parlamentari regionali dando essi l’impressione di tutelare un sistema dei partiti interessato a costruire carrozzoni dove determinare sottogoverni per inserire il proprio personale politico “
Il Presidente Mangiafico, in apertura, aveva dato la parola all’On Bruno Marziano, deputato regionale del PD che, affermando di essere in parziale disaccordo con il suo partito sulla abolizione delle province, ha illustrato una sua proposta di legge tendente a modificare il disegno di legge del Governo Lombardo sulla abolizione delle provincie in Sicilia. Secondo la bozza Marziano deve rimanere il livello di democrazia intermedio ipotizzando la istituzione delle tre aree metropolitane di Palermo , Messina e Catania che di fatto includerebbero le funzioni delle rispettive province mentre le altre sei più piccole diverrebbero liberi consorzi a cui affidare la responsabilità di funzioni che oggi sono polverizzate in altri enti.
E’ poi intervenuto il presidente della Provincia regionale di Siracusa On Nicola Bono che ancora una volta ha sottolineato come “ la soppressione delle province, per altro palesemente incostituzionale e sulla quale sono già partiti ricorsi alla Consulta, è una manovra di una parte della politica per rispondere alla domanda populistica per la riduzione dei costi della politica stessa che ha trovato nelle province il suo agnello sacrificale”.
Bono ha ricordato che ormai “anche alcuni fra i principali fautori della abolizione delle province si sono ricreduti sul risparmio che ne deriverebbe, che non è certo dei 12 miliardi di cui si è parlato, e neanche dei trenta milioni di euro per il costo del personale politico. Costi questi ultimi, che in caso di abolizione non si risparmierebbero , perché alle funzioni attualmente svolte senza oneri aggiuntivi, dovrebbero corrispondersi indennità di carica, per esempio il presidente e dell’ATO idrico, qualora non fosse più lo stesso presidente e della Provincia, annullando di fatto il presunto risparmio derivate dalla abolizione di quella carica. E come questo altre decine di casi simili.”