PALERMO – “Occorre un tempestivo intervento della Regione per evitare la chiusura degli ippodromi siciliani. I finanziamenti tagliati dallo Stato mettono a rischio il lavoro di più di duemila di addetti nelle due strutture dell’Isola, Palermo e Siracusa”. A lanciare l’allarme all’Ars è il capogruppo di Alleati per la Sicilia, Nunzio Cappadona. “Non è soltanto il mondo dell’ippica siciliana a rischiare il default, ma migliaia di famiglie che hanno un reddito lavorando sia alla “Favorita” di Palermo che al “Mediterraneo” di Siracusa. Ovviamente attorno alle corse dei cavalli c’è pure un indotto che produce ricchezza. Mi rendo conto della criticità che sta vivendo il nostro Paese, ma gli addetti ai lavori interessati sono 50 mila e 15 mila cavalli che rischiano di finire nei macelli. Già – aggiunge Cappadona – gli ippodromi italiani vivevano una situazione gravissima per la riduzione del 40% degli scommettitori e la situazione è destinata a peggiorare nel 2012 quando i finanziamenti statali per le 43 strutture italiane, si ridurranno a 235 milioni di euro a fronte dei 400 attuali. Il rischio è che dal 2012 l’ippodromo di Palermo non riapra, così come per gli impianti di Cesena, Livorno, Sassari e Ravenna. E la crisi potrebbe anche contagiare l’ippodromo del “Mediterraneo” di Siracusa, una delle strutture più importanti in Europa”. Secondo Cappadona, la politica siciliana non può rimanere a guardare. “ Qui –dice il capogruppo di ApS – non si tratta di foraggiare il divertimento, ma di salvaguardare migliaia di famiglie siciliane che vivono grazie al mondo dell’ippica”.
Palermo, 12 dicembre 2011