Sommersi in casa propria dall’acqua piovana: un coppia di anziani sono stati salvati dai Vigili del fuoco rimasti prigionieri nella loro abitazione allagata in viale Kennedy, a Marina Marza. Il Comune, due notti fa, ha provveduto a sistemare i coniugi in una struttura per anziani, in attesa di restituirgli la loro casa. Continua quindi l’emergenza sulla costa ispicese. Ma è costante la presenza della Protezione civile che, temendo un’altra ondata di maltempo, ha creato varchi con le ruspe funzionali al deflusso dell’acqua piovana.
Le famiglie residenti nella zona balneare, quelle che hanno subito danni ingenti causati dalle incessanti piogge, non escludono invece il ricorso alla magistratura. Vogliono verificare se siano più o meno responsabili degli allagamenti coloro i quali non hanno provveduto alla pulizia dei canali di scolo sul quale hanno costruito in modo scellerato o abusivo le loro abitazioni. E ricercare le motivazioni per le quali il Comune non sia incisivamente intervenuto per fare in modo che i cittadini riottosi fossero costretti a provvedervi in proprio, nel momento in cui rifiutavano di appoggiarsi al Consorzio privato.
A nulla, quindi, è valsa la costituzione privata del Consorzio, formato da tanti cittadini ispicesi e, peraltro, riconosciuto dal Comune, che si doveva occupare di pulire i diversi canali otturati dai detriti.
Sull’ennesima inondazione che ha “affondato” bassopiano ispicese, il Comune tenta di dare la colpa all’evento eccezionale. In realtà, non ci vuole tanto a capire che il sistema di raccolta delle acque non ha funzionato.
Nel viale Kennedy, ad esempio, i 25 cm di acqua piovana non sono riuscita a defluire, in quanto il canale di raccolta era ostruito. Si tratta del medesimo sul quale hanno costruito casa quei cittadini che si sono rifiutati di pulire, vietando l’ingresso anche agli addetti ai lavori del Consorzio, abilitati dal Comune a procedere in tal senso. Ed allora, si domandando gli ispicesi, chi doveva diffidare ed imporre ai negligenti la pulizia delle condutture? E chi, adesso, dovrà pagare i danni?
«Gli allagamenti di terreni, strade ed abitazioni a Marina Marza sono la conseguenza dell’incapacità dell’Amministrazione comunale di risolvere un problema vecchio di anni, che si ripresenta dopo ogni evento piovoso prolungato»: rincara la dose Gianni Stornello, segretario del Pd, che chiede al sindaco un’ordinanza inerente alla pulizia dei canali. In caso contrario, interpellerà il prefetto.
«Un’ordinanza che – spiega Stornello – obblighi i proprietari a liberare i canali di scolo darebbe la possibilità al Consorzio privato intervenire sui tratti ricadenti nei terreni di quelle persone non consorziate che si sono opposte alla pulizia dei loro canali. Non vorremmo che – prosegue – per coprire il proprietario di qualche costruzione abusiva dentro i canali di scolo si danneggino centinaia di persone inermi dinnanzi all’impossibilità delle acque piovane di defluire come dovrebbero e che finiscono con l’allagare abitazioni, terreni e strade. Prima che le prossime piogge aggravino ulteriormente il bilancio dei danni, si devono compiere atti coraggiosi e in qualche caso impopolari. Ma non è più tollerabile che l’assetto idrogeologico della Marza sia colpito da irresponsabilità private e da incapacità pubbliche. Se si continuerà – conclude – a chiudere gli occhi su questo problema ci appelleremo al prefetto e ricorreremo a qualsiasi strumento per la tutela dei diritti dei cittadini e per la difesa del territorio».