La Polizia di Stato appena ultimato il lavoro di identificazione dei cadaveri giunti giovedì, ha subito fatto fronte allo sbarco, traendo in arresto anche una donna nigeriana che ha fatto ingresso in Italia nonostante fosse già stata espulsa.
Soccorso da una motovedetta libica una piccolissima imbarcazione con due persone a bordo. Una di queste molto malata è fuggita dalla Libia per farsi curare in Italia ed il fratello l’ha accompagnata.
Nel 2016 all’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso 15.627 migranti in occasione di 41 sbarchi.
La Polizia a seguito di questo nuovo sbarco, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:
VICTOR James Onyekachukwn, nato in Nigeria il 20.04.1987.
Secondo i testimoni è lui che ha condotto l’imbarcazione partita dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 11,30 del giorno 07.10.2016, come da disposizioni dell’IMRCC di Roma, dopo avere già effettuato il recupero di un gommone con a bordo 125 migranti, la motonave “DIGNITY I” effettuava il trasbordo 133 migranti soccorsi soccorsi dalla nave “JUVENTA” e altri 2 migranti libici recuperati dalla motovedetta libica “SEA WATCH” in acque SAR LIBICHE. Successivamente, così come disposto sempre dall’IMRCC di Roma, conduceva tutti i migranti presso il porto di Pozzallo ove giungeva intorno alle ore 16,30 di ieri.
Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot di Pozzallo per le operazioni di pre-identificazione.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno sottoposto a fermo uno scafista nigeriano responsabile di aver condotto un gommone con 130 migranti.
Gli investigatori hanno impiegato 12 ore, terminando a notte fonda, per individuare, grazie ai testimoni, lo scafista di un gommone.
Per quanto riguarda l’altro gommone soccorso, è stato possibile individuare un giovane nigeriano costretto a comandare il gommone e poi sostituito da un egiziano in quanto non era neanche in grado.
In questo caso non essendo emerse responsabilità a carico di chi ha condotto il gommone, gli atti sono stati tramessi all’Autorità Giudiziaria ma senza procedere al fermo in mancanza di gravi indizi di colpevolezza.
Oltre ad indagare sui due eventi, la Polizia ha dovuto chiarire anche la presenza di due libici giunti insieme agli altri migranti. I due erano stati salvati da una motovedetta libica in quanto sono stati trovati su un piccolissimo barchino in difficoltà, per poi essere condotti sulla nave soccorritrice dove sono stati trasbordati e portati i Italia.
I due libici hanno dichiarato al momento dello sbarco di aver intrapreso il viaggio in quanto uno di loro era affetto da una grave malattia e non aveva trovato cure adeguate.
Effettivamente in due avevano al seguito numerosi documenti sanitari che sono stati trasmessi unitamente al paziente subito in ospedale per gli accertamenti del caso.
Per quanto concerne le indagini sui 29 cadaveri giunti giorno 6 a Pozzallo, verrà eseguita l’autopsia nei prossimi giorni sui soggetti individuati dalla Procura, mentre gli altri sono già stati tumulati a completamento delle identificazioni da parte della Polizia Scientifica, anche per un eventuale riconoscimento da parte dei familiari delle vittime.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2016 sono 161 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola