Staglianò
sogna
“una
Chiesa
capace
di
proclamare
apertamente
la
tenerezza
di
Dio”
È
terminato
ieri
23
novembre
2012,
dopo
tre
giorni
di
corposi
interventi,
il
Convegno
diocesano
d’inizio
anno
pastorale
dal
titolo
“lasciarsi
educare
dalla
misericordia
di
Dio”
svoltosi
dal
21
al
23
novembre
a
Noto
nella
Basilica
Cattedrale.
Il
primo
giorno
don
Angelo
Passero
ha
affrontato,
da
un
punto
di
vista
biblico,
il
tema:
“La
confessione
della
fede
e
la
riconciliazione
di
Dio
per
mezzo
di
Cristo”.
Il
relatore
ha
chiesto
all’assemblea
di
riflettere
sulla
professione
di
fede
sottolineando
che
“la
fede
che
Gesù
chiede
ai
discepoli
è
una
fede
amante!
Una
fede
eccedente,
sovrabbondate,
una
fede
cioè
che
si
fa
dono
totale
di
se
per
il
bene
dell’altro,
del
prossimo
che
può
così
sperimentare
l’amore
misericordioso
ed
eccedente
di
Dio
Padre”.
Il
secondo
giorno
del
Convegno
don
Adriano
Minardo
ha
messo
in
relazione
il
mistero
della
Trinit�
e
il
mistero
dell’eucarestia
dal
punto
di
vista
teologico.
“Dio
in
se
stesso
è
comunione”
-‐ha
affermato
Minardo-‐
infatti
“in
Gesù
vi
è
l’incondizionato
darsi
di
Dio
per
l’uomo,
riflettendo
ciò
che
accade
all’interno
della
vita
intima
di
Dio
tra
Padre
Figlio
e
Spirito
Santo.
Ora,
l’eucarestia
-‐ha
detto
il
relatore-‐
rimane
il
segno
sacro
dell’eccesso
del
dono
di
Dio,
al
punto
da
dare
se
stesso
per
“creare”
la
comunione
con
sé
e
con
i
credenti
tra
di
loro”.
Il
Dio
trinitario
non
è
autoreferenziale,
“Dio
contempla
e
contiene
in
se
stesso
l’alterità,
può
accogliere
nel
suo
abbraccio,
qualsiasi
differenza
o
distanza
possibile,
persino
l’abissale
distanza
della
creatura
con
il
suo
peccato.
L’Eucarestia
-‐ha
insistito
don
Adriano-‐
è
appello
alla
comunione
tra
i
credenti
perché
se
siamo
figli
nel
Figlio,
non
possiamo
non
sentire
in
noi
Pagina 2
l’appello
alla
comunione”.
L’ultimo
giorno
è
stato
il
Vescovo
di
Noto
Mons.
Staglianò
a
tirare
non
solo
le
conclusioni
del
Convegno
ma
soprattutto
a
rilanciare
in
chiave
pastorale
per
la
sua
diocesi
quanto
nelle
due
sere
precedenti
i
relatori
hanno
comunicato
in
chiave
biblica
e
teologica
all’assemblea
convenuta.
Mons.
Staglianò
ha
voluto
evidenziare
come
la
Chiesa
di
Noto
accogliendo
il
perdono
di
Dio
è
chiamata
ad
annunciare
nella
fede
la
comunione
fraterna.
“Il
Vangelo
ha
in
se
una
forza
comunionale,
conviviale,
partecipativa,
solidale,
-‐ha
detto
il
Vescovo-‐
perché
esso
è
l’atto
della
comunione
massima
di
Dio
con
gli
uomini
nella
carne
del
suo
Figlio”.
Mons.
Staglianò
sogna
“una
Chiesa
capace
di
proclamare
apertamente
la
tenerezza
di
Dio
per
l’uomo,
anche
per
coloro
che
si
allontanano
dal
timore
di
Dio”.
Con
grande
lucidit�
e
senza
remore,
il
Vescovo
ha
messo
in
luce
come
“la
Chiesa
lungo
il
suo
pellegrinaggio,
conosce
il
peccato,
ma
ciò
non
toglie
che
ad
essa
è
donata
ed
affidata
la
Grazia
e
dunque
la
Santità”.
Da
qui
Mons.
Staglianò
-‐fa
una
prima
consegna
per
la
Chiesa
di
Noto:
“
guardare
e
ad
ogni
uomo
e
a
ogni
donna
con
la
stessa
tenerezza
e
la
stessa
misericordia
con
cui
Dio
guarda
alla
sua
Chiesa
radunata
dalla
e
nell’Eucaristia”.
Una
seconda
consegna
del
Vescovo
riguarda
l’Eucaristia
che
“deve
ritornare
ad
essere
il
fulcro
delle
nostre
comunit�
dove
tutti
convergono
gioiosamente
attorno
alla
memoria
del
Signore
che
ha
dato
la
vita
per
noi”.
Riportandoci
al
tema
principale,
il
Vescovo
ha
esortato
la
sua
Diocesi
a
diventare
sempre
più
una
Chiesa
che
recupera
la
misericordia
come
atteggiamento
“feriale”,
condivide
gioie
e
ansie,
infonde
coraggio
e
speranza,
soprattutto
a
coloro
che
si
sentono
piccoli
o
peccatori,
a
chi
è
escluso
o
emarginato,
a
chi
vive
le
disumane
conseguenze
del
potere
ingiusto
dei
dominatori
di
questo
mondo.
Concludendo
il
Vescovo
si
augura
che
la
Chiesa
di
Noto
possa
dedicarsi
con
alacre
generosit�
e
creativit�
ad
una
attuazione
accrescitiva
del
Concilio
Vaticano
II
nell’anno
della
fede
indetto
dal
Papa
Benedetto
XVI.
Il direttore UDCS
Don Rosario Sultana
Chiusi i lavori del Convegno della Diocesi netina
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