La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha catturato AIELLO Giuseppe Sergio detto “u catanisi” nato a Catania in data 23.11.1991, residente a Ragusa, pregiudicato.
La Procura della Repubblica di Ragusa ha chiesto ed ottenuto la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, dal GIP presso il Tribunale di Ragusa, in quanto la Squadra Mobile ha raccolto gravi indizi di colpevolezza per il reato di rapina e per la morte della vittima.
Il 28 maggio scorso una donna di 79 anni ragusana stava facendo rientro nella sua casa di via Ecce Homo, quando Aiello l’ha seguita, aspettata ed appena la vittima era di spalle, l’ha aggredita tappandole la bocca, strattonandola e facendola cadere a terra non prima di averle strappato la collana in oro. A seguito delle lesioni subite la donna moriva in ospedale qualche giorno dopo.
Il gravissimo delitto inizialmente non veniva neanche denunciato per via delle gravi condizioni di salute dell’anziana. Nessuna chiamata al 113, nessuna segnalazione, solo tanta paura per le gravi condizioni della donna. Al pronto soccorso dell’ospedale di Ragusa interveniva personale della Volante della Polizia di Stato in quanto informato dai medici del fatto reato. La vittima riesce a dare pochissimi elementi per iniziare le indagini, ma gli investigatori della Squadra Mobile non si arrendono e si mettono subito a lavoro.
Per prima cosa vengono acquisite le immagini degli impianti di video sorveglianza così da comprendere le modalità di esecuzione della rapina; autore del reato e vittima sono troppo distanti dall’obiettivo della telecamera e non è possibile acquisire elementi utili per identificare il criminale ma veniva individuata la via di fuga.
Allora i poliziotti provavano a trovare la refurtiva e con grande abilità la collana veniva scovata; era già stata venduta ad un compro oro per poche centinaia di euro. I preziosi venivano sequestrati e portati in visione ai familiari che riconoscevano senza dubbio l’oggetto di valore della madre rientrandone in possesso.
Le indagini proseguivano e dall’impianto di video sorveglianza del compro oro era possibile notare la donna che ha aiutato Aiello a vendere la collana esibendo il proprio documento (indispensabile per poter vendere oggetti in oro). Una settimana dopo la morte della signora, la donna veniva interrogata negli uffici della Squadra Mobile, ed asseriva di non essere a conoscenza della provenienza furtiva della collana; anche lei era stata tradita da Aiello, che le aveva chiesto una cortesia solo perché aveva, a suo dire, smarrito il documento d’identità.
Chiarita la posizione della donna, gli indizi di reità su Aiello erano sempre più forti. Considerato che nel contempo era stata del tutto ricostruita la fase della rapina, la successiva fuga e la vendita del monile, Aiello veniva condotto presso gli uffici della Squadra Mobile dove, messo davanti all’evidenza dei fatti, ammetteva le proprie responsabilità dichiarando di aver rapinato la donna per poter avere soldi da investire in droga, ma non voleva ucciderla.
La vittima dopo poche ore dal ricovero d’urgenza, entrava in sala operatoria considerata la gravissima frattura al femore e a distanza di 4 giorni moriva per diverse complicanze.
Le indagini della Squadra Mobile non hanno mai subito interruzioni, giorno e notte venivano esaminati i video di tutti gli impianti pubblici e privati del centro storico. Fondamentali gli impianti di Piazza San Giovanni che hanno permesso di individuare tutti i diversi spostamenti di Aiello considerato anche abita in una piccola traversina vicino la piazza, luogo che lo stesso frequentava abitualmente anche per fatti connessi agli stupefacenti così come sempre la Polizia di Stato ha riscontrato in altre occasioni.
Dalle immagini di video sorveglianza è stato possibile constatare che dopo la rapina, Aiello scappava a casa di corsa conscio di aver sentito la donna urlare dal dolore, ma nonostante questo è fuggito. Una volta a casa, si cambiava la maglia così da non essere riconosciuto da eventuali testimoni e poi contattava l’amica per vendere la collana con il suo documento.
La vittima quella mattina era uscita da casa per andare a fare un po’ di spesa; nessuna busta carica di alimenti, solo un po’ di carne perché era anziana e non aveva la forza di portare pesi. La donna era perfettamente autosufficiente ed in salute, svolgeva quasi sempre lo stesso percorso e quella mattina, per sua sfortuna è incappata in Aiello che, come dallo stesso ammesso, aveva bisogno di denaro e quando l’ha vista passare, notando la collana, ha deciso di seguirla per rapinarla. Aiello non ha avuto neanche il coraggio di affrontarla, ha atteso il momento di maggiore vulnerabilità della vittima, ovvero quando di spalle. Dopo averla seguita, giunto davanti casa della vittima, si è nascosto dietro una macchina; non appena la donna ha aperto casa gli è piombato addosso tappandole la bocca per non farla urlare, strappandole la collana e scaraventandola a terra.
La furia del criminale procurava un’immediata frattura del femore per la caduta e Aiello scappava senza neanche voltarsi indietro.
Non ha fatto in conti con i poliziotti che sono riusciti a ricostruire tutta la dinamica del reato da lui commesso assicurando fonti di prova schiaccianti ed utili per la Procura della Repubblica per chiedere ed ottenere la più grave misura cautelare, ovvero il carcere.
I poliziotti della Squadra Mobile di Ragusa, questa mattina hanno ricevuto il provvedimento di cattura per l’esecuzione della misura cautelare e dopo pochi minuti erano già appostati in Piazza San Giovanni, luogo abitualmente frequentato da Aiello. Dopo poco più di mezz’ora, gli agenti della Polizia di Stato hanno notato Aiello scendere da Corso Vittorio Veneto a piedi in direzione di Piazza San Giovanni, quindi veniva subito bloccato. Sottoposto a perquisizione non è stato trovato in possesso di armi o droga e non ha opposto resistenza, affermando solo di essere a conoscenza che prima o poi la Polizia di Stato lo avrebbe arrestato, vista anche la sua confessione avvenuta pochi giorni dopo la rapina e la morte della vittima.
“La Polizia di Stato grazie ad uno straordinario impegno degli investigatori della Squadra Mobile, ha esaminato i preziosi video degli impianti di telesorveglianza, raccogliendo elementi di prova fondamentali. Il gravissimo reato di rapina commesso dall’autore si è trasformato in un reato molto più grave, ovvero quello della morte dell’anziana signora, pertanto era necessario assicurare alla giustizia un così pericoloso criminale nel più breve tempo possibile”.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola